Valutare le performance aziendali in un mondo VUCA: i risultati della ricerca
Pubblicato il 17 Febbraio 2020 Tempo di lettura: 3 minCome cambia il modo di valutare le performance aziendali? Quali nuove metodologie vengono adottate? Se ne è occupato il Centro sul Cambiamento, la Leadership e il People Management della LIUC Business School in una nuova indagine dal titolo “Is performance appraisal still performing?”, presentata lo scorso martedì 11 febbraio 2020 nel corso di un convegno.
La ricerca è stata realizzata attraverso un’indagine online in forma anonima (cui è seguito un focus group con un gruppo ristretto di aziende) destinata agli HR Manager e HR Director: tra marzo e dicembre 2019 hanno risposto 71 imprese, per lo più multinazionali (77%). Svariati i settori di appartenenza, con una partecipazione più significativa (35%) per quello meccanico.
Obiettivo della ricerca, illustrata dal Direttore del Centro prof. Vittorio D’Amato insieme a Elena Tosca e Alessia Banfi, era quello di indagare i principali sistemi di valutazione attivi nelle aziende italiane, analizzare il cambiamento avvenuto con l’avvento di un mondo VUCA (Volatile, Incerto, Complesso e Ambiguo) e ipotizzare le sfide per il futuro.
Il 95% degli intervistati ha dichiarato che nella propria azienda è presente un meccanismo di valutazione della performance, formalizzato nell’84% dei casi. Obiettivo principale di questa attività per l’80% delle aziende è migliorare la prestazione.
Tra i dati più rilevanti emersi dalla ricerca, quello relativo alle imprese del campione che hanno scelto di adottare metodi di autovalutazione: si tratta, nonostante siano tutte realtà fortemente organizzate e all’avanguardia sotto molteplici aspetti, solo del 61%.
Se sull’autovalutazione l’indagine mostra ancora molta strada da fare, va meglio per le tempistiche della valutazione: il 71% degli intervistati ha dichiarato infatti che nella propria azienda sono fissati meeting intermedi per la misurazione della performance, nel 46% dei casi ogni trimestre.
Tra le sfide fissate per il futuro, l’evoluzione dei sistemi di valutazione da una logica di controllo ad una di stimolo per la crescita, con maggiore attenzione al dialogo e alla fiducia. Dalla ricerca emerge anche la necessità di una semplificazione dei sistemi e di feedback continui da parte dei “capi” ai propri dipendenti.
L’evento è stato arricchito da una tavola rotonda con Maurizio De Castri, Ordinario di Organizzazione Aziendale all’Università di Tor Vergata (che ha ricordato l’importanza di coniugare strumenti e competenze manageriali per la valutazione delle performance), insieme a Giovanna Mangiarotti (HR Associate Manager di Accenture), Ilaria Pasquali (HR Manager Sviluppo Eolo Spa) e Roberto Zecchino (Vice President HR Bosch Italy and South Europe), i quali hanno illustrato le specificità delle rispettive aziende in tema di valutazione delle performance.
Un aspetto, questo, emerso anche nella precedente ricerca realizzata dal Centro sul Cambiamento, la Leadership e il People Management, dal titolo “Good Boss vs Bad Boss”, in cui il 34,27% degli intervistati segnalava come l’assenza di riscontri rapidi fosse tra i comportamenti per cui non consigliare ad altri il proprio capo come persona con cui lavorare. Nelle ultime ricerche il Centro si è occupato anche di engagement dei collaboratori e delle nuove competenze dei manager del terziario. Offre inoltre supporto alle aziende associate per supportare l’acquisizione di un vantaggio competitivo, anche attraverso un assessment sul management model.