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I 5 orizzonti della ripartenza (1 Resolve e 2 Resilience)

Pubblicato il 29 Aprile 2020 Tempo di lettura: 2.9 min

Un recentissimo studio di McKinsey, pur non essendo in grado di valutare la profondità e la durata del crollo della domanda conseguente alla nota pandemia da Covid -19 né la rapidità della ripartenza, presenta i cinque orizzonti che imprenditori e manager devono avere ben presenti per traghettare imprese – di tutte le dimensioni e in tutti i settori – fuori dalla tempesta. I cinque orizzonti, organizzati in senso temporale, sono Resolve, Resilience, Return, Reimagination e Reform. Partiamo dai primi due.

Resolve

E’ il primo, quello di più breve periodo, già superato temporalmente dai fatti. È inteso come risoluzione delle criticità contingenti ed è la prima risposta dell’impresa alla chiusura totale dell’attività o, nel migliore dei casi, ad un peggioramento delle condizioni operative legato alla discontinuità della filiera a monte e della distribuzione a valle. In questa fase gli ambiti di intervento sono stati prioritariamente i dipendenti e manager (a cui assicurare sicurezza e continuità operativa, con smart working e dispositivi di protezione), la supply chain(per valutare impatti su approvvigionamenti, durata del magazzino e lavori in corso), i clienti (con cui mantenere comunque un contatto diretto, anche per valutare le evoluzioni della domanda e le criticità per le mancate forniture) e la gestione della liquidità immediata (per fare fronte anche con i ricavi azzerati ai pagamenti indifferibili).

Resilience

E’ la fase più attuale del contesto. Le imprese sono chiamate a resistere. Altre crisi del passato hanno dimostrato che le imprese che resistono mostrano tratti comuniche però partono da lontano,le parole chiave sono due: disciplina e velocità. Disciplina perché le imprese resilienti sono imprese che si presentano davanti alla crisi in salute (bilanci in ordine, elevata produttività) e che non esitano/hanno esitato a prendere decisioni dure (disinvestimenti e abbandono delle aree di business non profittevoli). Velocità perché si sono mosse anticipatamente rispetto alla crisi, non perché ne conoscessero l’arrivo ma perché si sono strutturate in modo efficiente e robusto e ne raccolgono i frutti. Durante la fase di resistenza, l’impresa deve preoccuparsi di sopravvivere e la gestione della liquidità è l’aspetto più critico: occorre un cruscotto che non solo monitori le esigenze più immediate ma identifichi priorità di intervento e azioni di breve periodo (monetizzazioni immediate, linee di credito, incentivi pubblici, anticipi, ecc.). Parallelamente, è anche un momento in cui valutare eventuali opportunità di business, aree adiacenti al core business che posso dare un flusso di ricavi o offrire visibilità in un momento difficile.

Le imprese hanno chiuso ma non si è interrotta l’attività manageriale e gestionale che, dopo un primo disorientamento, si sta sviluppando in un contesto liquido e imprevedibile. Superare la crisi da COVID-19 è possibile, tenendo dritta la barra e avendo ben presenti le priorità di intervento.

Emanuele Strada e Emanuele Pizzurno del Centro sull’Innovazione Tecnologica e Digitale

 

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