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Think fast vs think slow: cosa è cambiato nel “never” normal

Pubblicato il 16 Dicembre 2021 Tempo di lettura: 2.2 min

Siamo immersi in un contesto che si evolve, nel cambiamento continuo e costante, anche in conseguenza di eventi imprevedibili come la pandemia. Un cambiamento che tocca, inevitabilmente, anche il modo di lavorare. Ma come reagiscono le aziende? Come riescono a stare al passo? La via maestra è accelerare o, al contrario, una gestione del cambiamento più “dilatata” nei tempi può rivelarsi preferibile?

Temi cruciali per i manager di oggi, affrontati nella lezione dal titolo “Leading Virtually: New Ways of Working in a Fast-Changing World”, tenuta mercoledì 15 dicembre 2021 da Julian Birkinshaw, Full Professor di Strategic and Entrepreneurship della London Business School.

Una lezione di prestigio che rientra negli “International Speeches” organizzati per i partecipanti all’Executive MBA e dell’International MBA diretti dal Prof. Vittorio D’Amato.

“Oggi il mondo del business sta cambiando ad una velocità senza precedenti, alla luce della rivoluzione digitale, dei cambiamenti climatici e non ultimo del Covid – ha spiegato il prof. Birkinshaw – Se guardiamo alla top 10 delle aziende americane nel 1980, vediamo che al primo posto c’erano realtà come General Motors, IBM ed Exxon. Nel 2021 la medesima classifica mette sul podio Apple, Microsoft e Google. Un chiarissimo esempio dell’evoluzione dall’industriale al digitale. E ancora, esaminando la classifica stilata da Fortune sulle 500 aziende americane al top nel 2020, scopriamo che nel 1995 esistevano già solo 17 di queste”.

Numeri che parlano chiaro, che riflettono una svolta epocale. Ma oltre alle nuove realtà emerse, come stanno reagendo le aziende alla cosiddetta disruption?

“Molti manager – ha spiegato Birkinshaw – perseguono la strada del “think fast”, mentre diverse esperienze ormai ci insegnano ormai che è preferibile il “think slow”, ossia prendersi il tempo giusto per agire con le opportune strategie. Anche rivedendo il modo di essere leader”.

A proposito di leadership, Birkinshaw ha approfondito anche il passaggio dal modello della cosiddetta bureaucracy alla adhocracy: “Implica maggiori responsabilità nelle decisioni, maggiore trasparenza, flessibilità e un orientamento all’azione e alla sperimentazione di nuove idee”.

Il futuro, poi, è nel segno del management ibrido, eredità del lockdown: “Un sistema – ha detto Birkinshaw – in cui si rende necessario ripensare le pratiche di lavoro, le relazioni con il team, il senso dello stare in ufficio e del lavorare da casa, i processi di delega e di verifica del lavoro svolto”.