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Tessile e Moda: “Un piano di rilancio da 8 miliardi per la filiera nazionale”

Pubblicato il 22 Aprile 2021 Tempo di lettura: 3 min

“Stiamo soffrendo più di altri settori industriali. Non chiediamo aiuti o ristori, ma di dar seguito ad un pragmatico piano industriale strategico, come quello presentato al Governo da SMI – Sistema Moda Italia”: così Piero Sandroni, Presidente del Gruppo merceologico “Tessile e Abbigliamento” durante l’Assemblea annuale di settore delle imprese associate all’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. “Il 2020 per il comparto tessile-moda è stato un anno molto difficile. Insieme ai settori del turismo e della ristorazione siamo quelli che più hanno sofferto le ripercussioni economiche della pandemia. Se, infatti, nel trimestre estivo il tessile e abbigliamento ha avuto un piccolo recupero, dopo il forte colpo subito nei primi mesi dell’anno, l’ultimo periodo del 2020 ha segnato ancora un rallentamento e il 2021 non si prospetta migliore”. A dare ulteriore conferma della situazione incerta sono i dati relativi all’import e all’export con un calo, in confronto al 2019, rispettivamente del -9,8% e del -12,9%. Varese è la nona provincia in Italia del comparto per numero di imprese (1.475) e per numero di addetti (12.323).

Il quadro territoriale rappresenta, però, solo la punta dell’iceberg di una filiera della moda messa in ginocchio a livello nazionale. Da qui l’importanza del piano di rilancio del settore presentato a fine marzo 2021 al Governo, e più nello specifico al Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, dall’associazione di categoria di Confindustria, SMI – Sistema Moda Italia.

Abbiamo preparato un paper che contiene proposte concrete e attivabili in tempi rapidi. Il documento prende in considerazione dati di economia reale, elaborati dalla Divisione Ricerca Applicata e Advisory della LIUC Business School  e punta tutto su una solida e articolata politica di investimenti”, ricorda il Presidente di SMI – Sistema Moda Italia, Marino Vago.

Spiega il Rettore della LIUC, Federico Visconti: “L’Ateneo ha contribuito alla realizzazione del dossier presentato da SMI, con un’analisi econometrica sull’andamento della filiera del tessile. L’indagine effettuata si è sviluppata su quattro passaggi. Come prima cosa abbiamo analizzato la filiera della moda. In secondo luogo, è stato esaminato lo scenario inerziale. Successivamente, è stata progettata una Policy a supporto e infine abbiamo applicato una misurazione degli effetti delle politiche proposte. Questo percorso delinea un metodo innovativo e funzionale allo sviluppo di una politica industriale per il Paese che può essere applicata anche ad altri settori”.

Il dossier presentato al MISE prevede un “piano d’azione di 8 miliardi di euro diviso in tre macrocategorie – puntualizza il Presidente Vago – Tra gli aspetti più importanti ci sono interventi d’aiuto alle pmi in difficoltà, per esempio con il prolungamento della Cassa Covid. Interventi strategici di medio periodo sull’economia circolare, l’innovazione creativa, la digitalizzazione e il recupero di competitività settoriale. Infine, sono necessarie azioni di lungo periodo, in rafforzamento e completamento delle misure previste nella fase precedente, eminentemente strutturali, negli ambiti della promozione, della formazione e della riqualificazione delle risorse umane”.

In definitiva, chiosa Vago: “Noi non chiediamo di salvare il settore, ma di rilanciarlo con investimenti di cui abbiamo misurato, grazie alle competenze della LIUC Business School, gli impatti e i benefici per tutta l’economia nazionale”.

 

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