News

PRIVATE EQUITY ANCORA SUGLI SCUDI A SETTEMBRE, CON 28 NUOVI INVESTIMENTI. SI CONLUDE UN ECCELLENTE TERZO TRIMESTRE

Pubblicato il 14 Ottobre 2021 Tempo di lettura: 5 min

Il mercato del private equity si attesta nuovamente su livelli record e fornisce una prova di maturità consolidata in una fase storica di grande complessità, seppur ormai caratterizzata da una graduale ripresa economica, registrando ben 98 nuovi investimenti nel terzo semestre. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM di LIUC Business School aveva mappato 57 operazioni.

Il dato più recente appare davvero un risultato straordinario, sia in termini assoluti, ma ancor di più se si tiene in considerazione che la base temporale è costituita da una fase dell’anno che storicamente si caratterizza per una bassissima stagionalità, con particolare riferimento al fisiologico rallentamento che da sempre aveva caratterizzato il bimestre luglio-agosto.

A fronte di ciò, dopo i primi nove mesi del 2021, l’Osservatorio PEM ha già censito 266 operazioni, un dato di assoluto rilievo se si ricorda che il 2020, già anno da record, contava alla medesima data 166 deals, per poi giungere a 252 a fine anno. Per la prima volta nella storia dell’Osservatorio, il mercato potrebbe sorpassare agilmente la soglia delle 300 operazioni.

Il terzo trimestre 2021 segna la migliore performance registrata dall’Osservatorio in un trimestre, nel corso di ormai oltre venti anni di studio e mappatura del settore. Infatti, sulla base dei valori enunciati, l’Indice trimestrale Private Equity Monitor Index – PEM I, elaborato dai ricercatori dell’Osservatorio PEM attivo presso la LIUC Business School, si è attestato così a quota 817, un valore mai registrato nel corso di un trimestre in passato e che va a “spodestare” il dato relativo al periodo precedente.

Il boom estivo che l’Osservatorio PEM di LIUC Business School ha puntualmente registrato – ha commentato Filippo Jacazio, Head of Financial Sponsors Solutions Italy di UniCredit –  è frutto di una serie di fattori che hanno caratterizzato a dire il vero un po’ tutto quest’anno. Le determinanti principali sono state le valutazioni alte, il rimbalzo dopo la contrazione innaturale delle operazioni nel 2020 (operazioni che si sarebbero dovute fare lo scorso anno ma che sono state posticipate per effetto del Covid) e la fortissima richiesta di asset da parte di operatori di private equity che continuano a raccogliere liquidità che devono poi investire. A quest’ultimo fenomeno contribuiscono anche il crescente numero di operatori internazionali presenti sul mercato Italiano e l’avvio di nuovi fondi domestici, come ad esempio Nextalia”.

Per il resto del 2021 – continua Jacazio – vediamo una buona coda di operazioni già firmate che si stanno chiudendo in queste settimane.  Anche per il 2022 siamo ottimisti: al di là di eventi fortemente destabilizzanti difficili da prevedere, continuiamo ad aspettarci una buona pipeline di operazioni sia sul primario che sul secondario, con varie aste già in corso e parecchi processi che ci aspettiamo possano partire a breve e concludersi il prossimo anno”.

Il mese di settembre appena trascorso, inoltre, è stato anch’esso caratterizzato da un’eccellente vivacità del settore, essendo stati annunciati ben 28 nuovi investimenti (contro i 20 del medesimo periodo del 2020).

Anche nel mese appena concluso, le operazioni di buy out si confermano predominanti sul mercato, con una percentuale superiore rispetto al trend più recente (78%), mentre le operazioni in capitale per lo sviluppo si attestano al 7%. Interessante l’ormai stabile presenza di un 11% di deals riconducibili al comparto delle infrastrutture, che da quest’anno l’Osservatorio PEM mappa come categoria distinta, proprio a fronte della rilevanza assunta negli ultimi anni da questo specifico segmento di mercato. Da segnalare, in conclusione, la presenza anche di un intervento di ristrutturazione aziendale, categoria che conferma quest’anno una discreta ripresa rispetto al passato, pur rimanendo di rilevanza marginale.

Otto interventi di buy out (pari al 29% del mercato complessivo) rappresentano operazioni di add on, ovvero acquisizioni finalizzate alla crescita per linee esterne dell’impresa partecipata, sotto la regia dell’operatore di private equity: si tratta di una evidenza ormai tipica del nostro mercato, che vede sempre più numerose operazioni finalizzate alla creazione di aggregazioni industriali e al consolidamento di aziende già in portafoglio agli operatori.

In ottica settoriale, si segnala una elevata dispersione dei deals conclusi, che hanno avuto nei prodotti per l’industria (21%), nel comparto alimentare (18%) e nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (14%) i tre principali catalizzatori.

Dal punto di vista geografico, l’attività del primo semestre risulta come sempre polarizzata nel Nord del nostro Paese, ma con un grado di dispersione decisamente superiore rispetto al passato: la Lombardia rappresenta “solo” il 29% del mercato, seguita da Toscana (21%) ed Emilia Romagna (11%). Interessante, da un lato, la presenza di un elevato numero di regioni con almeno una operazione e, al tempo stesso, il ruolo del Centro e Sud Italia, che conquistano una quota finalmente significativa.

Le evidenze emerse a livello geografico e settoriale costituiscono prove ulteriori della crescente maturità raggiunta dall’industria del private equity in Italia, che tende sempre più a diffondersi in tutti gli ambiti della nostra economia reale.

Le piccole e medie imprese rappresentano, come sempre, il principale bacino di riferimento per gli operatori, anche se non mancano alcuni deals con enterprise value di assoluto rilievo e, di conseguenza, caratterizzati da iniezioni di equity piuttosto elevate (su tutte, LuisaviaRoma).

Si conferma, anche nel periodo più recente, l’interesse ed attenzione dedicati dagli investitori internazionali alle imprese del nostro Paese (36% dell’intero mercato a settembre, dato che sale al 48% se si considerano gli ultimi tre mesi), pur in flessione rispetto al periodo storico più recente.

Qui in allegato si riporta la tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM della LIUC Business School nel corso del mese di settembre appena concluso, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.