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Preparare l’impresa agli eventi – sorpresa, la parola ad Alberto Bubbio

Pubblicato il 23 Marzo 2020 Tempo di lettura: 2.7 min

Un Talk a cinque voci, con un parterre eterogeneo, su Come costruire organizzazioni resilienti e come garantire la continuità al business.

È l’approfondimento organizzato in live streaming venerdì 20 marzo 2020 da PdM, Parole di Management, il quotidiano di cultura d’impresa della testata Este a cui ha partecipato il professor Alberto Bubbio, direttore del Centro su Costi e Performance Aziendali della LIUC Business School. Insieme a lui, il generale dell’Aeronautica militare Fernando Giancotti, l’AD di Marlegno Angelo Luigi Marchetti, l’HR business partner Europa – Asia – China di Prima Industrie Adriano Gallea e la responsabile Training and Education dello IEO Elena Mazzoleni.

Essere resilienti significa riuscire a far fronte con efficacia ad una situazione di emergenza. Ma, come può un’impresa prepararsi a un evento shock, a una situazione di crisi? L’importante è non farsi cogliere di sorpresa, non aspettare che il fatto si verifichi, ma pensarci prima e lavorare d’anticipo.

“Occorre creare in impresa una capacità diffusa di riflettere sul futuro, di alzare lo sguardo alla ricerca dell’orizzonte; è opportuno considerare una pluralità di scenari possibili e pensare poi ad uno scenario prospettico in particolare, quello valutato come più probabile e prepararsi ad affrontarlo”: così il professor Bubbio, certo dell’importanza per le imprese di continuare ad elaborare dei piani.

“E’ indispensabile riflettere sull’ambiente esterno, così quando ci si prepara a un possibile evento catastrofico ad alta probabilità (per esempio terremoti o alluvioni) si sa che la prima cosa a saltare sono le telecomunicazioni e allora bisogna trovare soluzioni che riducano questo problema con l’utilizzo di soluzioni satellitari. Per avere una piena operatività di un contingency plan, questo è opportuno che sia elaborato da un team, non può essere affidato a un singolo”.

Come si sviluppa questo piano e come lo si porta in azienda?

“La logica del Contingency plan – ha spiegato Alberto Bubbio  – è quella di riflettere prima sugli eventi ambientali a più alto impatto aziendale e poi, con riferimento a quello a più alto impatto, prevedere una serie di azioni che si metteranno in pratica solo se si verificherà quell’evento. La rapidità di risposta in questo caso sarà peraltro elevata e soprattutto elaborando il Contingency plan le persone si preparano al fatto di dover essere resilienti. Capacità che diventerà imprescindibile quando si interverrà nel momento in cui un fatto accade”. E’ la rapidità di risposta che diventa cruciale.

La letteratura di management ha mutuato dalle pratiche militari alcuni strumenti e alcune soluzioni: “Tra queste, oggi diventano fondamentali l’analisi dello scenario e l’Intelligence per studiare il “nemico”. L’analisi per le imprese sarà in misura crescente su variabili di contesto esterne, su ciò che sta intorno, fuori dall’azienda. Anche perchè il fatto che vi sarà un numero molto elevato di imprese in mercati maturi sarà un problema, una fonte di forti tensioni”.

Di certo, ha ricordato Bubbio: “Questa ultima crisi non ha precedenti ed è molto diversa da quelle che l’hanno preceduta (oil crisis, torri gemelle, tsunami su Wall Street)”.