News

PEM: A DICEMBRE PRIVATE EQUITY DA RECORD. ANNUNCIATI ALTRI 40 NUOVI INVESTIMENTI.

Pubblicato il 14 Gennaio 2022 Tempo di lettura: 4.3 min

Il mercato del private equity chiude l’anno dei record superando se stesso e attestandosi nuovamente su livelli impressionanti di attività, nonché fornendo una definitiva prova di maturità in una fase storica di grande complessità, seppur ormai caratterizzata da una graduale ripresa economica. Nel quarto trimestre del 2021, sono stati registrati ben 117 nuovi investimenti, quando l’anno precedente, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM di LIUC Business School aveva mappato 86 operazioni (un dato già assolutamente superiore al trend storico).

A fronte di ciò, a conclusione del 2021, l’Osservatorio PEM ha censito complessivamente 383 operazioni, un dato di rilevanza assoluta se si ricorda che il 2020, già anno da record, aveva fatto registrare 252 deals. Per la prima volta nella storia dell’Osservatorio, il mercato sorpassa agilmente la soglia delle 300 operazioni ed anzi si avvicina prepotentemente al traguardo delle 400.

Il quarto trimestre 2021 segna la migliore performance registrata dall’Osservatorio in un trimestre, nel corso di ormai oltre venti anni di studio e mappatura del settore. Infatti, sulla base dei valori enunciati, l’Indice trimestrale Private Equity Monitor Index – PEM I, elaborato dai ricercatori dell’Osservatorio PEM attivo presso la LIUC Business School, si è attestato così a quota 975, un valore mai registrato nel corso di un trimestre in passato e che va a “spodestare” il dato relativo al periodo precedente. Di fatto, gli ultimi tre trimestri rappresentano i periodi infrannuali con livello di attività più intenso nella storia ormai ventennale dell’Osservatorio.

Il mese di dicembre appena trascorso, inoltre, è stato anch’esso caratterizzato da un’eccellente vivacità del settore, essendo stati annunciati addirittura 40 nuovi investimenti (contro i 23 del medesimo periodo del 2020).

“Il mese di dicembre, come del resto tutto il 2021, è segnato da numeri record per il private equity. Questo dimostra il grande ruolo di tali operatori nella ripartenza dell’economia reale italiana e a supporto delle imprese. Grande è stato anche l’interesse degli investitori internazionali, segno che il paese è fortemente attrattivo merito anche delle eccellenze costituite dalle tante pmi che in questi mesi, nonostante la pandemia, hanno saputo continuare a lavorare e ad affermarsi nel loro mercato di riferimento” ha dichiarato Elio Milantoni Partner – Head of Corporate Finance Advisory di Deloitte.

Anche nel mese appena concluso, le operazioni di buy out si confermano predominanti sul mercato, con una percentuale superiore rispetto al trend più recente (80%), mentre le operazioni in capitale per lo sviluppo si attestano al 10%. Interessante l’ormai stabile presenza di un 5% di deals riconducibili al comparto delle infrastrutture, che da quest’anno l’Osservatorio PEM mappa come categoria distinta, proprio a fronte della rilevanza assunta negli ultimi anni da questo specifico segmento di mercato. Da segnalare, in conclusione, la presenza anche di un intervento di ristrutturazione aziendale, categoria che conferma quest’anno una discreta ripresa rispetto al passato, pur rimanendo di rilevanza marginale, nonché di una operazione di replacement capital.

Diciotto interventi di buy out (pari al 45% del mercato complessivo ed al 56% delle operazioni di maggioranza) rappresentano operazioni di add on, ovvero acquisizioni finalizzate alla crescita per linee esterne dell’impresa partecipata, sotto la regia dell’operatore di private equity: si tratta di una evidenza ormai tipica del nostro mercato, che vede sempre più numerose operazioni finalizzate alla creazione di aggregazioni industriali e al consolidamento di aziende già in portafoglio agli operatori.

In ottica settoriale, si segnala una elevata dispersione dei deals conclusi, che hanno avuto nei beni di consumo (30%), nei prodotti per l’industria (25%) e nel terziario (10%) i tre principali catalizzatori, ma che sono andati per la parte rimanente a “toccare” pressoché tutte le filiere industriali della nostra economia.

Dal punto di vista geografico, l’attività del mese di dicembre risulta come sempre polarizzata nel Nord del nostro Paese, ma con un grado di dispersione decisamente superiore rispetto al passato: la Lombardia rappresenta il 35% del mercato, seguita da Veneto (20%) ed Emilia Romagna (15%). Interessante, da un lato, la presenza di un elevato numero di regioni con almeno una operazione e, al tempo stesso, il ruolo del Centro e Sud Italia, che mantengono una quota finalmente significativa.

Le evidenze emerse a livello geografico e settoriale costituiscono prove ulteriori della crescente maturità raggiunta dall’industria del private equity in Italia, che tende sempre più a diffondersi in tutti gli ambiti della nostra economia reale.

Le piccole e medie imprese rappresentano, come sempre, il principale bacino di riferimento per gli operatori, anche se non mancano alcuni deals con enterprise value di assoluto rilievo e, di conseguenza, caratterizzati da iniezioni di equity piuttosto elevate (su tutte, Cerved e Dainese).

Si conferma, anche nel periodo più recente, l’interesse ed attenzione dedicati dagli investitori internazionali alle imprese del nostro Paese (45% dell’intero mercato a dicembre, dato che sale al 47% se si considerano gli ultimi tre mesi), pur in leggera flessione rispetto al periodo storico più recente.

In Allegato, si riporta la tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM della LIUC Business School nel corso del mese di dicembre appena concluso, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.