PEM: nel primo semestre dell’anno annunciate 196 operazioni
Pubblicato il 09 Luglio 2024 Tempo di lettura: 3 minIl primo semestre dell’anno per il Private Equity chiude con numeri in leggera crescita a 196 operazioni rispetto alle 194 registrate nello stesso periodo dell’anno precedente. Il mese di giugno segna 38 deals, in aumento rispetto ai 30 del 2023, come rileva l’Osservatorio PEM® della LIUC Business School. Si viene in tal modo a delineare il miglior primo semestre nella storia più che ventennale dell’Osservatorio, in termini di numero di operazioni concluse.
Le operazioni mese per mese nel triennio 2022-2024
2022 | 2023 | 2024 | |
Gennaio | 32 | 24 | 34 |
Febbraio | 28 | 27 | 34 |
Marzo | 31 | 32 | 36 |
Aprile | 29 | 39 | 24 |
Maggio | 34 | 42 | 30 |
Giugno | 34 | 30 | 38 |
Totale | 188 | 194 | 196 |
Fonte: Private Equity Monitor – PEM
“Il Private Equity Mid-Market in Italia si è dimostrato estremamente resiliente anche nel mutato contesto macroeconomico e, date le sue prospettive strutturali di crescita e la capacità di generare over-performance significative e de-correlate rispetto al ciclo economico, sta ponendo le basi per un nuovo ciclo di crescita negli investimenti, per la moltiplicazione della ricchezza finanziaria e negli impatti generati sulla sostenibilità del Paese”, dichiara Claudio Scardovi, Equity Partner e Private Equity Leader DCM di Deloitte.
Sulla base dei valori enunciati, l’Indice trimestrale Private Equity Monitor Index – PEM®I, elaborato dai ricercatori dell’Osservatorio PEM®, si è attestato così a quota 767, una delle migliori performance registrate nel secondo quarter dell’anno.
2020-2024: Private Equity Monitor Index – PEM®I (2003 base 100)
Fonte: PEM® – www.privateequitymonitor.it
Nel primo semestre, le operazioni di buy out hanno rappresentato il 78% dei deals totali, in aumento rispetto alla media ai primi sei mesi del 2023 (75%); una buona presenza si rileva anche per il comparto infrastrutture, che è passato a rappresentare il 12% del mercato nella prima metà dell’anno. Attività di add-on (operazioni di aggregazione aziendale) stabile con il 48%. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore anche in questa prima metà d’anno, con Lombardia che copre il 33% delle operazioni, a seguire il Veneto con il 14%; buona performance per il Lazio con il 9%. Prodotti per l’industria (21%) e terziario (14%) sono i settori con il maggior numero di operazioni, seguiti da alimentare, ICT, beni di consumo e cleantech (11%).
L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 52% delle operazioni concluse, dato ormai consolidato negli ultimi anni.
Nel primo semestre dell’anno, per quanto concerne l’attività all’estero, l’Osservatorio ha mappato sei operazioni di investimento diretto all’estero da parte di operatori domestici (in linea rispetto al primo semestre 2023) e 17 operazioni di add-on (in calo rispetto al primo semestre 2023) aventi quali target companies aziende europee.