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PEM: l’anno si conclude con 54 nuovi investimenti annunciati a dicembre, indice PEM-I a 1.100 punti. 2022 da record: 441 operazioni, più di un deal al giorno

Pubblicato il 20 Gennaio 2023 Tempo di lettura: 2.9 min

Il mercato del private equity si attesta nuovamente su livelli record anche nella fase conclusiva del 2022 e fornisce una prova di maturità consolidata in una fase storica di grande complessità, registrando ben 132 nuovi investimenti nel quarto trimestre. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM di LIUC Business School aveva mappato 117 operazioni.

A fronte di ciò, l’Osservatorio PEM ha censito, nel corso del 2022, 441 operazioni complessive, un dato di assoluto rilievo se si ricorda che il 2021, già anno da record, aveva registrato 387 deals. Il quarto trimestre segna la migliore performance registrata dall’Osservatorio in un trimestre, nel corso di ormai oltre venti anni di studio e mappatura del settore. Infatti, sulla base dei valori enunciati, l’Indice trimestrale Private Equity Monitor Index – PEMI, elaborato dai ricercatori dell’Osservatorio PEM attivo presso la LIUC Business School, si è attestato così a quota 1.100, un valore mai registrato nel corso di un trimestre in passato e che va a “spodestare” il dato relativo al periodo precedente, superando per la prima volta la soglia dei 1.000 punti base.

Il mese di dicembre appena trascorso, inoltre, è stato anch’esso caratterizzato da un’eccellente vivacità del settore, essendo stati annunciati ben 54 nuovi investimenti (contro i 40 del medesimo periodo del 2021). Nel corso dell’anno, le operazioni di buy out hanno rappresentato l’80% dei deals totali; gli add on (operazioni di aggregazione aziendale) hanno rappresento il 47%. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore e la Lombardia conferma la propria consolidata leadership con il 32%; prodotti per l’industria, beni di consumo, alimentare, cleantech, ICT e terziario sono i settori maggiormente oggetto di operazioni, con i primi due storicamente sugli scudi. L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 51% delle operazioni concluse, a conferma di una ormai ritrovata attrattività del nostro sistema imprenditoriale. A margine, per quanto concerne l’attività all’estero, si segnala che l’Osservatorio PEM ha mappato un’operazione di investimento diretto realizzata da un player italiano e tre add on a cura di azienda domestica partecipata da investitore istituzionale, per un totale nel 2022 di 16 investimenti diretti e 40 add on.

Il 2022, trainato da un ultimo trimestre da record, è stato un anno degno di nota per il private equity italiano, con il maggior numero di deal registrati in un anno e ben 54 deal in più rispetto all’anno precedente, dimostrando la solidità del mercato a fronte dell’attuale scenario macroeconomico.” dichiara Elio Milantoni, Head of Deloitte Corporate Finance Advisory e M&A leader. “È inoltre particolarmente interessante osservare come le operazioni di add on rappresentino quasi la metà del totale durante l’anno appena concluso, a testimonianza del fatto che le strategie di aggregazione industriale, alle quali il nostro paese si presta particolarmente, rappresentino un importante strumento di resilienza dinanzi ad un futuro più incerto. Viene infine rinnovata anche la fiducia degli operatori internazionali, i quali hanno rappresentato più della metà degli investitori delle operazioni concluse nel corso del 2022, a dimostrazione del fatto che la qualità delle eccellenze italiane continua ad essere premiata in un contesto globale caratterizzato da continue evoluzioni.”

In allegato, si riporta una tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM nel mese di dicembre, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.