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PEM: a novembre sono 45 i nuovi investimenti annunciati

Pubblicato il 15 Dicembre 2022 Tempo di lettura: 2.3 min

387 i deals mappati nei primi undici mesi dell’anno, +12,5% rispetto ai 344 monitorati nello stesso periodo del 2021

Il private equity non manifesta alcun rallentamento e, nonostante il protrarsi di un periodo caratterizzato da molteplici fattori di incertezza, sia a livello economico che politico sullo scenario internazionale ma anche domestico, anche il mese di novembre si conferma su eccellenti livelli di attività. L’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo, operante nell’ambito delle attività della LIUC Business School, ha registrato nel corso del mese recentemente conclusosi 45 nuovi investimenti rispetto ai 44 dello stesso periodo, monitorati nel 2021.

I primi undici mesi dell’anno registrano, così, un trend addirittura migliore rispetto al 2021 con 387 operazioni annunciate rispetto alle 344 mappate nello stesso periodo dello scorso anno (+12,5%).

Gli ultimi mesi dell’anno sono storicamente caratterizzati da un’intensa attività di investimento. Con i dati di novembre, il private equity conferma per il 2022 il “rimbalzo” rispetto al 2021 con un incremento del 12,5% su base annua. Mentre l’attività di sourcing e identificazione di nuove operazioni rimane molto alta, ci sono evidenti segnali di una trasformazione del modello d’investimento nel private equity. Il value driver degli investimenti non è più esclusivamente basato sul rendimento economico/finanziario, ma assume sostanziale rilevanza anche la performance non finanziaria delle società in portafoglio e, in particolare, l’analisi degli impatti ambientali e sociali delle medesime società. Non si tratta di una mera classificazione ai fini ESG, ma di una prospettiva d’investimento che porterà a selezionare in modo differente le opportunità degli operatori di private equity. Il 2023 sarà fortemente influenzato da questa nuova impostazione”, dichiara Emidio Cacciapuoti, Partner di McDermott Will&Emery.

A novembre, le operazioni di buy out hanno rappresentato l’84% dei deals totali; gli add on (operazioni di aggregazione aziendale) hanno rappresento il 49%. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore, con Lombardia e Emilia Romagna sugli scudi, da segnalare la buona performance della Toscana, dove si registrano ben 7 deals conclusi; prodotti per l’industria, beni di consumo e ICT sono i settori maggiormente oggetto di operazioni, con i primi due comparti che costituiscono oltre la metà dell’intera industry. L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 53% delle operazioni concluse, dato ormai consolidato negli ultimi anni. A margine, per quanto concerne l’attività all’estero, si segnala che l’Osservatorio PEM non ha mappato operazioni nel corso dell’ultimo mese recentemente conclusosi.

In allegato, si riporta una tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo nel mese di novembre, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.