PEM: a gennaio sono 33 i nuovi investimenti annunciati
Pubblicato il 21 Febbraio 2025 Tempo di lettura: 2.2 min
Dopo un anno caratterizzato da risultati assolutamente soddisfacenti, che ha visto il settore confermarsi su livelli di attività rilevanti migliorando le evidenze del 2023 e avvicinandosi al 2022 dei record, il mercato del private equity riparte nel 2025 con ottimi numeri: sono ben 33 i nuovi investimenti annunciati nel corso del mese di gennaio appena concluso. Nel 2024, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM® della LIUC Business School, aveva mappato 34 investimenti (24 a gennaio dell’anno precedente).
Oltre al numero di operazioni, appare di buon auspicio per il prosieguo dell’anno anche la conferma della presenza di alcuni deals di dimensioni significative, su tutti l’aumento di capitale in Golden Goose completato da Blue Pool Capital.
“I dati mostrano come i private equity, con le loro competenze, supportano il percorso di consolidamento delle piccole e medie imprese Italiane e accompagnano gli imprenditori nella crescita strutturale anche in ambito internazionale. Questo avviene soprattutto attraverso add-on transfrontalieri che rappresentano ormai da mesi una percentuale sostanziale delle operazioni concluse dagli operatori del settore” dichiara Emidio Cacciapuoti, Partner ADVANT Nctm.
Le operazioni mese per mese
2023 | 2024 | 2025 | |
Gennaio | 24 | 34 | 33 |
Fonte: Private Equity Monitor – PEM
A gennaio, le operazioni di buy out hanno rappresentato l’82% dei deals totali; gli add on (operazioni di aggregazione aziendale) hanno rappresento il 48%, segnale che gli operatori si sono concentrati maggiormente sul potenziamento e la crescita per linee esterne delle proprie portfolio companies, evidenza tipica degli ultimi anni, più che sulla ricerca di nuove realtà per “arricchire” il proprio portafoglio. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore, con Lombardia e Veneto sugli scudi, da segnalare la buona performance di Toscana e Lazio; prodotti industriali, ICT e terziario sono i settori maggiormente oggetto di operazioni, con i primi due comparti che costituiscono da soli oltre un terzo dell’intera industry. L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 61% delle operazioni concluse, decisamente sopra la media rispetto agli ultimi anni.
A margine, per quanto concerne l’attività all’estero, si segnala che l’Osservatorio PEM® non ha mappato acquisizioni dirette all’estero realizzate da player domestici, ma di contro ha rilevato una incredibile frequenza di add-on aventi quale target company un’azienda straniera, addirittura nove, essenzialmente nell’Europa Continentale, con Francia e Spagna “mete di conquista” privilegiate.