PEM: a febbraio sono 34 i nuovi investimenti annunciati
Pubblicato il 13 Marzo 2024 Tempo di lettura: 2.8 minNello stesso periodo del 2022, i deal erano 27, mentre erano stati 28 nel 2022
Castellanza, 12 marzo 2024 – A febbraio, il private equity italiano si conferma in grande salute e prosegue nell’ottimo avvio di 2024, facendo registrare 34 nuovi investimenti nel corso del mese appena concluso. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM® di LIUC – Università Cattaneo, attivo nell’ambito delle attività della LIUC Business School, aveva mappato 27 investimenti (28 a febbraio dell’anno precedente).
Il nuovo anno, dunque, si è aperto con un primo bimestre di grande intensità, che vede il settore “viaggiare” ad un ritmo decisamente superiore anche se il termine di paragone viene identificato nell’anno dei record: 68 deals nei primi due mesi contro i 60 del 2022.
Si conferma, dopo gennaio, anche il ritorno di deals di dimensioni medio-grandi, elemento che era in qualche modo mancato nel corso del 2023. Si ricordano, in tal senso, gli investimenti in Officine Maccaferri, Autry International e Forno d’Asolo.
“Non siamo più di tanto stupiti di questo ottimo avvio di anno 2024. Il mid-market era stato vivace anche durante il 2023, anno in cui però erano venuta a mancare le grandi operazioni. Fin dall’inizio di gennaio si è registrata una certa ripresa del credito bancario che, unita alle aspettative di riduzione dei tassi di interesse, ha rilanciato anche il mercato large cap. La speranza è che questo trend possa addirittura rafforzarsi durante l’anno alla luce della vivacità complessiva del mercato dell’M&A in questi primi mesi del 2024” dichiara Filippo Guicciardi di Equita Group oppure appunto CEO di Equita K Finance
Confronto relativo al triennio 2022-2024
2022 | 2023 | 2024 | |
Gennaio | 32 | 24 | 34 |
Febbraio | 28 | 27 | 34 |
TOTALE | 60 | 51 | 68 |
Fonte: Private Equity Monitor – PEM
A febbraio, le operazioni di buy out hanno rappresentato l’88% dei deals totali; gli add on (operazioni di aggregazione aziendale) hanno rappresento il 59%, segnale che gli operatori, in affiancamento alla ricerca di nuove opportunità, continuano in parallelo a concentrarsi anche sul potenziamento e la crescita per linee esterne delle proprie portfolio companies. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore, con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna sugli scudi, da segnalare la buona performance della Toscana; prodotti per l’industria, alimentare e cleantech sono i settori maggiormente oggetto di operazioni, con il primo comparto che costituisce circa un terzo dell’intera industry. L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 56% delle operazioni concluse, dato ormai consolidato negli ultimi anni ed in crescita rispetto agli ultimi mesi.
A margine, per quanto concerne l’attività all’estero, si segnala una più che soddisfacente intensità in tal senso: l’Osservatorio PEM® non ha mappato ben otto operazioni di add-on aventi quali target companies aziende europee.
In allegato, si riporta una tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM® di LIUC – Università Cattaneo nel mese di febbraio, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.