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PEM: a febbraio sono 27 i nuovi investimenti annunciati

Pubblicato il 23 Marzo 2023 Tempo di lettura: 2.8 min

Dopo un mese di gennaio interlocutorio, il private equity si riporta su livelli di attività in linea con quelli record dello scorso anno, facendo registrare 27 nuovi investimenti nel corso del mese di febbraio. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo, attivo nell’ambito delle attività della LIUC Business School, aveva mappato 28 investimenti (24 a febbraio dell’anno precedente).

Non si è assistito, quindi, ad alcun crollo del mercato, ma ad un leggero ridimensionamento rispetto ai livelli record del 2022. In tal senso, un primo banco di prova sarà rappresentato dalla conclusione del primo trimestre, quando l’Osservatorio PEM rilascerà il proprio indicatore trimestrale. Come anticipato il mese scorso, non trattandosi di una frenata vera a propria, l’Osservatorio PEM ritiene opportuno non sbilanciarsi riguardo al prosieguo dell’anno.

“L’incertezza legata all’invasione Ucraina ed alle possibili ripercussioni mondiali ha rallentato negli ultimi mesi la finalizzazione di acquisizioni, che restano comunque in corso di conclusione. Non appena lo scenario risulterà più chiaro registreremo un incremento significativo di transazioni che allineerà anche per il 2023 il trend di crescita degli ultimi anni. Purtroppo, i recenti fallimenti della Silicon Valley Bank e della Signature Bank creano ulteriore tensione nel mondo bancario e tecnologico, anche se con rischi calcolati. In sintesi, quindi, il beneficio per l’occupazione continua sia negli investimenti diretti che negli add-on, acceleratori della crescita e della competitività delle nostre aziende. Il risultato di un’acquisizione in termini di volume d’affari e profitto è spesso maggiore della somma degli addendi, con inevitabili ripercussioni positive sulla forza lavoro. I capitali che i fondi di private equity mettono al servizio delle aziende rappresentano una ventata di ossigeno che consente nuove progettualità con relativi incrementi occupazionali. Dalla nostra prospettiva notiamo un trend di crescita occupazionale che prevediamo continuerà nel 2023 a ritmi coerenti con quelli degli ultimi anni”, sostiene Domenico Di Luccia, Managing Partner di Di Luccia & Partners Executive Search.

A febbraio, le operazioni di buy out hanno rappresentato il 70% dei deals totali; gli add on (operazioni di aggregazione aziendale) hanno rappresento il 37%, segnale che gli operatori continuano a concentrarsi anche sul potenziamento e la crescita per linee esterne delle proprie portfolio companies, ma cominciano nuovamente a ricercare nuove opportunità di investimento. Il Nord Italia costituisce sempre il principale polo catalizzatore, con Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sugli scudi, da segnalare la buona performance della Liguria; ICT, terziario ed healthcare sono i settori maggiormente oggetto di operazioni, con il primo comparto che costituisce circa un terzo dell’intera industry. L’attività di investimento degli operatori internazionali nelle imprese del nostro Paese ha rappresentato il 55% delle operazioni concluse, dato ormai consolidato negli ultimi anni ed in crescita rispetto agli ultimi mesi.

A margine, per quanto concerne l’attività all’estero, si segnala una più che soddisfacente intensità in tal senso: l’Osservatorio PEM non ha mappato operazioni di acquisizione diretta in Europa realizzate da players domestici, ma, di contro, ha censito ben sette operazioni di add-on aventi quali target companies aziende europee.

In allegato, si riporta una tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo nel mese di febbraio, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.