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Le parole del bene comune

Pubblicato il 01 Aprile 2019 Tempo di lettura: 2.7 min

Obiettivo da raggiungere, risultato da mantenere e sfida quotidiana per il benessere di tutti, il bene comune trasforma anche l’impresa in una comunità di vita. Ma cos’è il bene comune? Perché oggi è una sfida economica? E perché può diventare una strategia d’impresa?

A queste domande ha cercato di rispondere il convegno della LIUC Business School “Le parole del bene comune” che si è svolto giovedì 28 marzo 2019, aperto dal Dean della LIUC Business School Raffaele Secchi e da Massimo Folador, docente di Business Ethics della LIUC Business School.

Presenti Ali Reza Arabnia, presidente e amministratore delegato di Geico Taikisha; Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare onlus; Marco Ratti, Direzione Impact Intesasanpaolo e l’onorevole Mauro Del Barba, estensore della legge sulle società Benefit, a testimonianza di un agire etico nel fare impresa.

“È significativo che una Business School tratti questo tema – ha rimarcato Del Barbabisogna rimettere al centro il sogno dell’imprenditore, ossia fare del bene a sé e agli altri”.

Guardare avanti con un’attenzione alle persone, siano esse i propri dipendenti o i fornitori o la comunità del territorio in cui insiste l’azienda stessa: questa la filosofia di Geico Taikisha, azienda per la fornitura di impianti di trattamento e verniciatura per le principali case automobilistiche del mondo con 52 sedi in 28 Paesi. Così Reza Arabnia: “Sono convinto che un clima aziendale positivo e collaborativo spinga le persone a migliorare la loro soddisfazione e il loro contributo professionale. Per questo motivo ho costruito la cultura aziendale di Geico sulle fondamenta di valori come il rispetto, la correttezza e l’accoglienza. Questo approccio culturale ha una duplice funzione: nel nostro mercato, contribuisce a soddisfare le aspettative dei clienti, ma anche a migliorare le persone, la comunità e l’ambiente circostante”.

Dare valore agli alimenti e distribuirli a chi non ne ha è la missione del Banco Alimentare che, “nei suoi trent’anni di presenza in Italia, ha fatto rete tra organizzazioni profit e no-profit testimoniando una lotta quotidiana e silenziosa contro il paradosso delle eccedenze alimentari e la grave carenza di cibo per milioni di indigenti – ha ricordato Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare – puntiamo all’ordinarietà dei processi perché si recuperi prima di gettare. Le aziende ormai ci cercano, anche perché abbiamo un profilo industriale visto che sosteniamo un ciclo continuo.

 

Intervista ad Andrea Giussani

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