Innovazione e brevetti in Lombardia, serve più sostenibilità
Pubblicato il 06 Novembre 2020 Tempo di lettura: 4.2 minSono Milano, Como e Mantova le tre province lombarde con la maggiore capacità innovativa secondo l’ultimo rapporto elaborato dal Centro sull’Innovazione Tecnologica e Digitale della LIUC Business School attraverso l’Innovation Patent Index, l’indicatore sviluppato per indagare, partendo dalla qualità dei brevetti, la capacità innovativa di singole imprese, ma anche di filiere settoriali, cluster territoriali e tecnologici, aree geografiche.
“Il ranking – commenta Raffaella Manzini, Direttore del Centro sull’Innovazione Tecnologica e Digitale della LIUC Business School, che ha curato la ricerca insieme a Gloria Puliga e Linda Ponta – si basa sui brevetti registrati in Lombardia tra il 2013 e il 2018 e ci offre alcune conferme ma anche elementi di novità. Se non stupisce infatti il primo posto di Milano, la presenza di province piuttosto piccole come Mantova al terzo posto e Cremona al quarto è significativa. L’Index misura una capacità relativa di innovare e “premia” anche territori che non innovano necessariamente tanto, ma bene, ponendo buone premesse per il futuro”.
L’analisi è stata condotta a partire dai 5 indicatori specifici dell’Index: efficienza (basata sulla quantità dei brevetti, depurata del fattore dimensionale), tempo (quello dedicato alla procedura di brevettazione), internazionalizzazione (numero di estensioni geografiche), qualità (numero di backward citation) e diversificazione (numero di classi tecnologiche brevettuali).
A questi sono state affiancate alcune informazioni generali sulle singole province, quali il numero di abitanti, il PIL, la popolazione attiva e il posizionamento nell’indice dei talenti (un parametro elaborato dal Centro sullo Sviluppo dei Territori e dei Settori della LIUC Business School).
Entrando nel dettaglio dell’analisi, viene approfondito anche il trend delle famiglie brevettuali, che esprime quante invenzioni sono state brevettate nel periodo preso in considerazione: i dati emersi sono confortanti, perché oltre alla conferma del primato di Milano, risultano buone performance anche per le province di Bergamo e Brescia.
Ma in quali aree tecnologiche si brevetta maggiormente nella nostra regione?“Confrontando le aree con il maggior numero di brevetti in Lombardia e a livello mondiale, emergono forti differenze – spiega la professoressa Manzini – Se in tutto il mondo l’ambito dove si innova di più è quello dell’ICT, in Lombardia si brevetta invece in aree più tradizionali come il settore chimico, l’ingegneristico, il medicale”.
L’analisi si completa con un focus sulla sostenibilità, intesa non soltanto in ottica green ma anche in senso economico e sociale: “Le notizie non sono molto positive per il nostro territorio, in quanto le famiglie brevettuali legate alla sostenibilità rappresentano una percentuale ridotta – inferiore al 10% – rispetto al totale dei brevetti registrati e non sono cresciute nel corso del quinquennio che abbiamo analizzato. Se settori come la chimica stanno investendo molto in questo senso, altri come il packaging appaiono ancora poco attivi, almeno per quel che emerge dai dati brevettuali”.
I ricercatori della LIUC Business School hanno elaborato un altro ranking, dedicato alle province con più alta intensità di innovazione sostenibile, che non risulta sovrapponibile con il ranking delle province innovative: “Questo è il segno che chi ha un’alta capacità innovativa non l’ha ancora applicata alla sostenibilità. In questa classifica, il primo posto se lo aggiudica infatti Sondrio”.
I dati sono stati presentati mercoledì 4 novembre 2020 in un webinar che ha visto la partecipazione, oltre al team di ricerca e al Rettore della LIUC Federico Visconti, di Tiziano Barea, vicepresidente dell’Unione Industriali di Varese e amministratore delegato della BTSR International, e Andrea Grimaldo, PatentAttorney e Litigator presso Modiano & Partners e docente della Scuola di Ingegneria della LIUC. Il primo ha portato il doppio punto di vista di un’impresa che fa ampio uso dei brevetti e di un’associazione territoriale che potrà trovare informazioni utili dalle analisi condotte; il secondo, quello di un avvocato specializzato in brevetti.
“Misurare l’innovazione– commenta Raffaella Manzini – è una bella sfida perché si tratta di qualcosa di intangibile, incerto e sfuggente. Noi ci proviamo con questo Indice e riteniamo sia un lavoro utile in questo momento storico cosi particolare. Le aziende che resistono e che posso fare davvero la loro parte, nonostante tutto, sono proprio quelle che hanno capacità innovativa”.