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Industria del legno e imprese oltre la crisi

Pubblicato il 14 Aprile 2021 Tempo di lettura: 3.1 min

“L’industria del legno guarda al futuro con cautela, ma con la capacità di resistere tipica della sua fibra.” Sono le parole di Roberto Pompa, Presidente del Gruppo merceologico “Legno” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, che ha guidato l’assemblea annuale che riunisce le imprese del comparto, in assise congiunta con quelle del Gruppo Varie. “I numeri certo non sono positivi: la filiera italiana del legno-arredo chiude il 2020 con una contrazione del business pari a 10,8% rispetto al 2019, secondo i dati preconsuntivi elaborati dal Centro Studi di Federlegno Arredo. Ora è necessario guardare al futuro con quella capacità tipica dell’industria nazionale e varesina di essere resiliente”.

Il tema del passaggio generazionale, della valorizzazione dei giovani è punto focale per la tenuta e lo sviluppo delle nostre imprese” conferma Giorgio Paglini, Presidente del Gruppo Varie di Univa. “Sono le stesse imprese a rendersene conto, come evidenzia una survey dal titolo “Le imprese oltre la crisi Covid-19, realizzata da FABULA, il Family Business Lab della LIUC – Università Cattaneo, che ha messo in evidenza una migliore tenuta e capacità di reazione delle aziende di famiglia nella difficile fase economica che stiamo vivendo. Tra le altre caratteristiche, infatti, la ricerca ha messo in luce come le imprese più resistenti abbiano saputo coinvolgere maggiormente le nuove generazioni (caratteristica che coinvolge il 50% del campione) e contino di farlo in misura ancora maggiore nel 2021”.

La survey è stata posta al centro dell’Assemblea che ha riunito le imprese “Legno” e “Varie” e che ha visto la partecipazione del Rettore Federico Visconti e dei docenti Valentina Lazzarotti e Salvatore Sciascia del Centro su Strategic Management e Family Business della LIUC Business School, che sono anche co-direttori di FABULA. I relatori hanno messo in luce le criticità sul piatto in questo momento e gli strumenti adottati – o in via di adozione – da parte delle imprese per superarli: “Dalla ricerca – hanno spiegato Lazzatotti e Sciascia – emerge come la crisi di liquidità che nel 2020 ha riguardato il 37,4% delle imprese e nel 2021 coinvolgerà il 30,2%, sia meno sentito all’interno delle imprese familiari, anche quelle del settore legno. Realtà, questa delle imprese familiari, in cui sta crescendo la propensione ad aprirsi a manager esterni. Una tendenza che nel 2020 ha riguardato il 30% delle realtà aziendali e che nel 2021 salirà al 35%, segno di come stiano cambiando i modelli organizzativi e come proprio le family company stiano emergendo come la fascia imprenditoriale più ottimistica sugli scenari futuri”.

“Nell’attuale difficile scenario – è stato il commento del Rettore Visconti – sta emergendo la centralità degli imprenditori nel nostro sistema Paese. Gli imprenditori si stanno facendo interpreti di progettualità e strategie di cambiamento coraggiose, più di altri settori della società italiana maggiormente propensa a giocare in difesa. La sfida per le imprese oggi è quella di passare da un modello basato solo sulla rinomata creatività imprenditoriale, ad un modello costruito su un maggiore tasso di managerialità, anche all’interno della predominante realtà delle imprese familiari”.

Scarica qui la presentazione di Salvatore Sciascia e Valentina Lazzarotti