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IL PRIVATE EQUITY CONFERMA UN BUON STATO DI SALUTE

Pubblicato il 16 Marzo 2021 Tempo di lettura: 3.2 min

Il mercato del private equity conferma il buono stato di salute anche in avvio del 2021, facendo registrare 21 nuovi investimenti nel corso del mese di febbraio. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo, attivo nell’ambito delle attività della LIUC Business School, aveva mappato 23 investimenti.

L’inizio dell’anno, caratterizzato da un’ottima vivacità del settore se si tiene anche conto di altre operazioni annunciate e in procinto di chiudersi a breve (alcune delle quali di notevole rilevanza), prospetta, dunque, un primo trimestre di sicuro interesse per gli investitori.

“I dati presentati dal PEM confermano il buon stato di salute del nostro mercato del private equity, spinto, a livello di domanda, dalla continua ricerca di capitali per la crescita, e, sul fronte dell’offerta, anche dal capitale a basso costo e dal continuo supporto delle Banche Centrali. Questi elementi ci permettono di essere molto positivi anche per i prossimi mesi, considerazioni rafforzate dal fatto che dalle pipeline dei nostri fondi vediamo ottime opportunità di investimento, soprattutto nel segmento delle medie imprese capaci di cavalcare l’onda della transizione verde e digitale”, ha dichiarato Antonio Pace, AD di Fondo Italiano d’Investimento SGR.

Nel corso del mese appena concluso, le operazioni di buy out si confermano predominanti sul mercato, ma con una percentuale più contenuta rispetto al trend più recente (52%), mentre le operazioni in capitale per lo sviluppo si attestano in ribasso al 10%. Interessante la presenza di ben cinque operazioni (24%) afferenti al comparto delle infrastrutture, che da quest’anno l’Osservatorio PEM mappa come categoria distinta, proprio a fronte della rilevanza assunta negli ultimi anni da questo specifico segmento di mercato. Dall’inizio dell’anno, si contano già una decina di deals di questa tipologia. Interessante anche la presenza di altre due operazioni di turnaround (10%).

Dal punto di vista geografico, il settore risulta meno polarizzato (59%) rispetto al passato nel Nord del nostro Paese: a conferma di ciò, ben sette operazioni sono state realizzate nel Centro e nel Sud del Paese. Inoltre, in una delle prime occasioni, la Lombardia cede lo scettro di prima regione in classifica, a vantaggio dell’Emilia Romagna (rispettivamente, 3 e 4 operazioni).

In ottica settoriale, invece, si distingue l’industria del cleantech, con cinque investimenti, andando addirittura a scalzare dalla prima posizione i prodotti industriali (4 deals), storicamente comparto in grado di catalizzare maggiormente l’attenzione degli operatori. Per il resto, il mercato risulta equamente diviso tra beni di consumo, alimentare, ICT, terziario e servizi di trasporto.

Si conferma, da ultimo, anche in questo mese di febbraio, l’elevato interesse ed attenzione dedicati dagli investitori internazionali alle imprese del nostro Paese: il 55% delle operazioni concluse sono a loro riconducibili.

In tale contesto, si segnalano l’acquisizione di Vitaldent ad opera di BC Partners e l’ingresso di Fondo Italiano Sgr in Inxpect, nonché l’ingresso nel capitale di Astm effettuato da Ardian (con un investimento di 680 milioni di Euro per acquisire il 19%), per quanto concerne gli investimenti in infrastrutture.

A margine, si segnala che l’Osservatorio PEM ha avviato nel 2021, in parallelo, anche la mappatura delle operazioni concluse all’estero da operatori di private equity italiani, nonché delle acquisizioni di target estere realizzate da imprese italiane, con la “regia” di un operatore di risk capital.

A tale riguardo, si rileva come, nel corso del mese di gennaio, siano state censite una operazione di acquisizione diretta all’estero, realizzata in Inghilterra da Ambienta Sgr, e ben quattro add-on aventi quali target company aziende estere, in Spagna, Francia e Polonia, condotti da Ocs, Adler Pelzer, CDS e Unifrutti, rispettivamente sotto la regia di Charme capital Partners, FSI, Dea Capital e The Carlyle Group.