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Dagli isolamenti improduttivi alle contiguità feconde: Raffaele Secchi al Corporate Digital Learning Summit

Pubblicato il 05 Novembre 2021 Tempo di lettura: 2.1 min

Restare isolati non porta frutto. Servono “impollinazioni feconde” nel mondo di oggi, anche rispetto al tema dell’apprendimento.

Ne ha parlato giovedì 4 novembre 2021 il prof. Raffaele Secchi (Dean della LIUC Business School), nel corso del Corporate Digital Learning Summit promosso da Alta Formazione. L’evento nasce dall’esigenza dei professionisti del settore di mettere a confronto le case history delle più importanti multinazionali operanti in Italia, per ricavarne best practice e suggerimenti per l’evoluzione futura della formazione in digital learning. Oltre 20 i Top Speaker intervenuti, provenienti dalle più importanti multinazionali italiane.

“Le nostre organizzazioni – ha detto Secchi – devono progettare continuità e adiacenze, abbandonando la logica del limes, ovvero dei confini, dei muri di separazione, in favore di quella del limen, ossia delle soglie che permettono di condividere spazi di contaminazione. E’ inoltre importante ricercare le varietà, ma bisogna anche saperle gestire, anzi provocare processi osmotici per miscelare le conoscenze.

Il prof. Secchi ha ricordato a questo proposito l’Open Learning observatory (OLo), progetto realizzato dalla LIUC Business School con la finalità di monitorare, indagare e comprendere i nuovi processi di apprendimento individuali e organizzativi che stanno avvenendo nelle imprese, nei territori e nei loro ecosistemi. “Un’iniziativa – ha detto Secchi – che guarda sia ai processi interni della nostra Business School che a tutto quello che si può trasferire alle aziende. Un’occasione per riflettere su come l’apprendimento si innesta nella visione strategica di ogni organizzazione”.

Guardando a quanto avvenuto negli ultimi due anni nel campo della formazione a causa della pandemia, Secchi non ha dubbi: “Il going digital è una straordinaria opportunità nel campo dei processi di apprendimento, perché impone una reale apertura. Occorre però fare attenzione all’efficacia delle attività formative a distanza:  non dobbiamo dimenticare che essere presenti è ben diverso che essere in presenza.

Il futuro? “La voglia di tornare in aula – da parte dei manager che frequentano i nostri corsi executive – è tanta, ma al tempo stesso emerge una richiesta di fruizione a distanza. Occorre trovare un equilibrio tra le due forme di apprendimento, le proposte ibride diventeranno via via lo standard”.