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COVID 19 e Personale sanitario: burnout e gestione dello stress

Pubblicato il 16 Aprile 2020 Tempo di lettura: 3.7 min

COVID 19: cinque lettere accompagnate da un numero che hanno cambiato la vita di molte persone. Tante, la vita, l’hanno persa senza poter salutare nessuno, senza un abbraccio o un bacio dato da una persona cara. Accanto alle persone che sono venute a mancare però, qualcuno c’era. Sono i professionisti sanitari, quelli che oggi vengono definiti dai media i “NUOVI EROI”. Sono i nostri infermieri, i nostri tecnici, i nostri medici, persone che abbiamo avuto in aula fino a febbraio e che oggi, con diversi ruoli e mansioni, si trovano ad affrontare un’emergenza senza precedenti combattendo un nemico invisibile i cui danni sono però tangibili ogni giorno.

I nostri nuovi eroi affrontano quotidianamente un pericolo insidioso che li ha messi in condizioni di svolgere turni di lavoro massacranti, con la costante paura di poter essere infettati e di poter infettare altri, costretti a scegliere l’autoisolamento non tornando a casa dopo il lavoro, di non abbracciare per un tempo indeterminato i loro bambini. Tutto questo sarebbe disumano per chiunque, ma loro non si arrendono e vanno avanti a testa bassa ogni giorno, esponendosi ad una tensione fisica e psichica senza precedenti. In una situazione così, l’incremento degli stressor ambientali espone tutti i professionisti sanitari a un tangibile rischio di Burnout con gravi conseguenze sul piano cognitivo, comportamentale, emotivo e fisico. È di pochi giorni fa la notizia che un’infermiera dell’Azienda Sanitaria di Monza, che lavorava presso la Terapia intensiva, si è tolta la vita. La Federazione Nazionale degli infermieri collega il triste gesto ad “uno stress lavorativo insostenibile”, alimentato anche dalla preoccupazione di aver contagiato altre persone, in quanto risultata positiva al tampone.

Ma cosa possiamo fare affinché questi episodi non accadano più? In una fase in cui i contatti umani sono, per cause di forza maggiore, limitati, gli strumenti di intervento delle nuove tecnologie digitali in ambito sanitario stanno subendo un rapido sviluppo, dando la possibilità alle Aziende Ospedaliere di avviare progetti finalizzati a predisporre e distribuire piattaforme di teleconsulto. Con questa modalità sarà possibile superare i vincoli del contagio, arrivando direttamente a casa delle persone in quarantena, dei loro parenti o fin dentro i reparti in cui i livelli di stress lavorativo sono al limite della sopportazione. Sono diverse le aziende ospedaliere che si stanno adoperando fornendo un supporto psicologico ai propri operatori, selezionando le persone a rischio e formando il personale coinvolto nella gestione della Salute Mentale.

Anche noi come Università supporteremo i nostri studenti dei Master in ambito sanitario, ne abbiamo due attivi in questo momento, quello di primo livello in Management e funzioni di coordinamento per le professioni sanitarie e quello di secondo livello in Management per il settore sanitario. Per entrambi i corsi sono previste lezioni a distanza in sincrono e asincrono, dove saranno trattati anche temi delicati riguardanti il burnout e la gestione dello stress. Questo ci permetterà di fornire un ulteriore aiuto ai nostri partecipanti, nonché professionisti sanitari. La tecnologia spesso vista e vissuta come nemica delle relazioni, mai come in questo momento si presta ad essere un collante tra le persone lontane e di supporto ai professionisti, arrivando in modo veloce e diretto ad alleviare le sofferenze dei soggetti a rischio burnout.

Francesca Marinello
Centro sull’Economia e il Management nella Sanità e nel Sociale

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