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ANCHE NOVEMBRE SI CONFERMA DA RECORD PER IL PRIVATE EQUITY ITALIANO: ANNUNCIATI 44 NUOVI INVESTIMENTI

Pubblicato il 15 Dicembre 2021 Tempo di lettura: 3.1 min

Il mercato del private equity non conosce sosta e accelera ulteriormente, se possibile, il suo ritmo di attività, proseguendo il quarto trimestre con un eccellente mese di novembre, che registra ben 44 nuovi investimenti. Lo scorso anno, nel medesimo periodo, l’Osservatorio PEM di LIUC Business School, aveva mappato 34 operazioni.

Il 2021 procede, a fronte di tali evidenze, a livelli sempre più da primato, avendo già migliorato i dati record dello scorso anno ed essendosi posizionato già ben oltre la soglia storica dei 300 deals, mai raggiunta in oltre venti anni di mappatura del mercato. Infatti, dopo undici mesi, il settore ha già “messo in cascina” ben 343 operazioni, un dato davvero imponente se si considera che l’Osservatorio ne aveva mappate 252 nel 2020.

Stiamo chiudendo un anno eccezionale in cui emerge con forza il ruolo del private equity come supporto al cambiamento e allo sviluppo della nostra economia” commenta Anna Gervasoni, ordinario Liuc – Università Cattaneo e direttore generale AIFIIl potenziale delle imprese italiane, che devono crescere e internazionalizzarsi, ha bisogno di capitali ed energie che il settore del private capital è in grado di offrire

Nel corso del mese di novembre, le operazioni di buy out si confermano predominanti sul mercato (77%), mentre le operazioni afferenti al comparto delle infrastrutture, che da quest’anno l’Osservatorio PEM mappa come categoria distinta, registrano un calo rispetto alla media del 2021 (7%). In buona ripresa il capitale per lo sviluppo, che vede concludersi sette operazioni (16%), mentre risultano assenti nel corso dell’ultimo mese casi di ristrutturazioni aziendali e di replacement.

Dal punto di vista geografico, il settore conferma una decisamente polarizzazione (oltre 65%) nel Nord del nostro Paese: a conferma di ciò, ben venti operazioni sono state realizzate in Lombardia (45%) e sette nel Veneto (16%). Buono il contributo di Lazio e Piemonte, che contano quattro operazioni ciascuno (9%), ma il dato di grande interesse è il sempre più crescente livello di penetrazione del settore: ben dodici regioni registrano almeno una operazione.

In ottica settoriale, invece, i prodotti per l’industria (32%) e il comparto ICT (18%) risultano ai vertici nelle preferenze degli operatori, insieme al terziario (14%). A seguire, si posizionano i beni di consumo e il settore alimentare (9%).

Interessante segnalare la ripresa significativa delle operazioni di add-on, addirittura venti, nell’ambito della strategia di consolidamento e sviluppo delle aziende già in portafoglio degli operatori. La creazione di cluster industriali integrati orizzontalmente e verticalmente è certamente una delle evidenze emergenti dell’ultimo triennio.

Si conferma elevato, come nel corso del precedente mese di ottobre e come in media nel 2021, l’interesse ed attenzione dedicati dagli investitori internazionali alle imprese del nostro Paese: il 48% delle operazioni concluse sono a loro riconducibili.

A margine, sempre in ottica internazionale, si ricorda che l’Osservatorio PEM ha avviato nel 2021, in parallelo, anche la mappatura delle operazioni concluse all’estero da operatori di private equity italiani, nonché delle acquisizioni di target estere realizzate da imprese italiane, con la “regia” di un operatore di risk capital.

A tale riguardo, si rileva come, nel corso del mese di ottobre, siano state censite cinque operazioni di add-on aventi quali target company aziende estere, in Francia, USA e Nuova Zelanda, condotti da Namirial, Isoclima Group (due acquisizioni), MBE Worldwide e Jupiter Holding, rispettivamente sotto la regia di Ambienta SGR, Stirling Square, Oaktree Capital Management e Investindustrial.

In allegato, si riporta una tabella con i deals mappati dall’Osservatorio PEM di LIUC – Università Cattaneo nel mese di novembre, con alcune informazioni di dettaglio a supporto.